martedì 5 luglio 2011

Lombardi: «Lascio per vincere. E porto con me la Lucky nel cuore»

Spadini dice addio. «Scelta dolorosa. Grazie a Fortini»

«Mi dispiace per come è finita, ma dovevo prendere una decisione e l'ho presa. E' stata una scelta dolorosa, ma ho dovuto farla. Ringrazio Marco Fortini, perchè mi ha dato la possibilità di giocare questi sette anni».
Luca Lombardi dice addio. Per molti, presidente su tutti, è stato pedina fondamentale e insostituibile della Lucky Junior dal primo giorno - quando la squadra si affacciava sui campi da gioco per la prima volta - fino al momento della rottura. Adesso che tutto è cambiato, cha la realtà impone decisioni non facili da fare, per Spadini la vita calcistica non sarà più tinta di gialloblu. «Ma resto il primo tifoso della Lucky Junior, e qeui colori li porto nel cuore».
Come mai la decisione di lasciare la Lucky per andare alla Nuova Castelli Romani?
«Per due motivi. In primo luogo per il gruppo. Il mio interesse è per il gruppo e per il mister, cui sono molto legato, e trasferendosi ho sentito di seguirli. Il secondo motivo è il progetto. Per dirla con una metafora, se devo salire dieci gradini per arrivare in cima a una rampa di scale, una volta giunto al settimo gradino posso decidere o di restarci o di adoperarmi per salire i gradini mancanti. Ma se devo ritrovarmi a scendere e quindi a tornare indietro non ha senso».
Hai sposato quindi un progetto diverso da quello di Fortini?
«Davide di Giorgio e Luca Capri sono due persone serie, e il loro è un progetto serio e vincente».
Stai dicendo che il progetto di Fortini non è nè serio nè vincente?
«Non ho detto questo. Ho solo l'impressione è che con il progetto di Fortini si potrebbe tornare ai primi anni della Lucky Junior. E questo non andrebbe bene, perchè quando ci metti tanto impegno poi è anche giusto pretendere risultati. Con la Nuova Castelli Romani l'obiettivo è vincere il campionato, senza passare per i playoff».
A proposito di risultati: in questi due anni Buono ha lamentato carenze di serietà. La mia impressione è che ci sia stato un problema di comunicazione, nel senso che forse non si è riusciti a dirsi tutto chiaramente. E' solo una mia impressione o il problema c'è stato?
«Da parte del gruppo e dell'allenatore quest'anno ci sono state la massima serietà e la massima chiarezza. Inoltre c'è sempre stato per i ruoli. Lo stesso vale anche per la dirigenza».
Anche per Fortini?
«Fortini spesso è mancato, avendo anche i suoi buoni motivi».
Hai detto di aver sposato un altro progetto. Viene da chiederti: ma Fortini ci credeva alla seconda categoria?
«Si, anche lui ci credeva».
Che è successo, allora? Quest'anno per la prima volta ci siete andati vicini. In genere quando si ottengono risultati importanti come questo si dice "squadra vincente non si cambia". Qui invece si cambia la società...
«Il rammarico è questo. Dispiace, e ripeto: ringrazio Marco per la possibilità che mi ha dato di giocare e vivere questi anni. Per questo gli resto riconoscente. Ci tengo inoltre a salutare a quanti restano - in particolare Guido Pescatori - e quanti nel frattempo non ci sono più ma con cui ho condiviso momenti sportivi comunque importanti».
Quanto ti ha aiutato a crescere la Lucky Junior in questi anni? All'inizio si diceva di te che eri il cattivo e il provocatore della squadra...
«La Lucky Junior mi ha aiutato tanto. All'inizio ero una sorta di Cassano, poi col passare del tempo sono cambiato, come persona e come calciatore».
Se dovessi segnare alla Lucky Junior esulterai?
«No»
Una volta, in un'altra intervista, mi confidasti di voler essere protagonista in seconda categoria. Oggi più che mai?
«Assolutamente sì. E' anche per questo che ho preso la decisione che ho preso».
In bocca al lupo. (Bonimba)